26 marzo 2017

Rubare in casa di un ladro...

"Sei una cretina! Anzi, una deficente! Anzi una decerebrata! Uno zombie ha più cervello di te!"
Jackob urlava contro Laila con tutto il fiato che aveva in corpo. Paonazzo in volto, prese un bel respiro per riprendere lo sproloquio. "Come ti è saltato in mente di metterti a scassinare un forziere mentre noi ci stavamo scontrando con quel.. quel... quel... coso! Facendo scattare la trappola! Cosa ti aspettavi? Il cartello di benvenuto?"

Laila non fece una piega di fronte a tanta ira. "Tanto non potevo fare nulla! Nulla! Le mie frecce gli facevano il solletico e poi..." Laila cercando di trovare un'argomentazione, ma fu istantaneamente interrotta da un altrettanto furioso Kisho.

"Stai zitta! Stai zitta! Quella palla di fuoco ha rischiato di uccidermi. Non bastava quel costrutto che mi stava picchiando a sangue, ti ci dovevi mettere pure tu!"disse il monaco dei quattro venti.

"Cinque coccodrilli ho dovuto evocare per tenerlo a bada... Cinque magie... capisci?" chiosò Gog.

"Va bene, va bene, d'ora in poi cercherò di essere più utile in combattimento. Ma non aspettatevi molto, non sono un killer." disse con sufficienza la ladra.

"Sarebbe il caso di prendere ciò che c'è e andarcene. Non ho delle belle sensazioni qua dentro, visto anche il pentacolo nell'altra stanza..." disse Tillal guardandosi attorno con circospezione, come se un Balor potesse uscire da un momento all'altro.

"Prima di andarcene, venite a vedere qui." disse Jackon, rivolto a tutto il gruppo "Forse ho trovato qualche cosa d'interessante."

A quelle parole il resto del gruppo fu come destato da un sogno: avevano appena rischiato tantissimo, probabilmente quello appena trascorso era stato lo scontro più pericoloso che avessero mai affrontato, ma avevano dimenticato lo scopo della loro missione.

"Uhm, casse, botti, barili... E tutti hanno ancora i sigilli intatti." disse Kisho."
"Guardate, qui: questo è il simbolo della Compagnia del Veliero Dorato... e qui c'è un altro simbolo: un cigno che solca il mare. Deve essere quello della nave che stiamo cercando." disse con un certo grado di eccitazione Tillal.




"Apriamo e vediamo! Cerchiamo e vediamo se ci sono le cose della nota. Sarà il carico?" ordinò Gog.

Ci volle un po' ad aprire i barili, le botti e le casse contenute in quel piccolo magazzino, ma i tessuti, gli olii aromatici ed essenziali, le spezie contenute sembravano coincidere con quanto aveva scritto Sheper, il funzionario della compagnia trovato morto qualche giorno prima.

"Prendiamone un certo quantitativo così abbiamo delle prove che il carico è ancora integro e non in fondo al mare." suggerì Tillal.

"Prendiamo piuttosto i sigilli, i coperchi delle botti con i simbolo della Compagnia e qualche altra prova più concreta" disse Jackob "visto che tutta questa merce potrebbe venire da qualsiasi punto di Oerth."

"Molto saggio piccolo uomo, molto saggio" chiosò Gog "ma queste casse e queste botti non mi sembrano esser marci e bagnati, mi sembrano molto ben curati e asciutti. Non ci sono segni di una tempesta e di uso. Molto strano, molto."

"Allora è evidente che la nave non è affondata. Altro che tempesta! Portiamoci via tutto." sentenziò senza possibilità di appello Laila.

"Le nostre borse sono strapiene di monete: quelle che abbiamo nel forziere che è esploso e che dovresti conoscere molto bene." disse Tillal "Ricordiamoci anche di capire che cos'è quel libro magico d'invocazione. Sembra molto potente."

"Adesso andiamo però" disse Laila "ogni minuto che passa il pericolo aumenta, ho delle sensazioni negative."

"Sì, usciamo, ma andiamo a ricercare il nostro uomo. Deve rispondere a un sacco di domande. Adesso abbiamo le prove che la nave non è affondata. Dobbiamo capire dov'è. Lui lo sa. Lui deve parlare." disse Jackob.

"No, dobbiamo tornare a Corentyn. Questa città è divenuta troppo pericolosa per noi." disse Gog.

Iniziò così un'accesa discussione che proseguì nel corridoio del sotterraneo, proseguì nei carruggi di Khari, per morire sulle banchine del porto quando Jackob vide colui stavano cercando, il ricettatore, entrare in una taverna dello scalo Chelaxiano.

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