22 luglio 2016

Mettere su casa

Una volta ritornati ad Absalom, passata la Prova per accedere alla Società dei cercatori e la seguente festa alla Grande Loggia, il gruppo si ritrova in cerca di un ingaggio nell'attesa di vedere che cosa succederà il prossimo plenilunio, quando la carta si attiverà e mostrerà i suoi poteri.

Questo tempo viene utile per vendere parte del bottino e ricavare abbastanza denaro per comprarsi un equipaggiamento migliore, oggetti magici, armi e armature più potenti. Così passano i giorni per chi deve riprendere fiato dopo viaggi di miglia e miglia.

Un giorno però, Gog ritorna in tavera e con gli occhi luccicanti e un sorriso colmo di felicità annuncia al gruppo la sua ultima spesa: una bella casa e grande, con tanti piani e accogliente!
Tutti rimangono abbastanza basiti. Un goblin che compra una casa non si è mai visto.
Solo Laila ne approfitta subito per ingraziarsi il potente stregone e si autoinvita per la sera stessa con la ferma intenzione di rimanere quanto più a lungo possibile.


Ben presto in blocco la compagnia si muove sempre più verso ovest e ben presto entrano nel famigerato quartiere detto Delle Pozzanghere. Jackob rimane interdetto: Gog lo sa che mezzo quartiere viene regolarmente allagato dall'alta marea? Ma su questo punto il goblin non sembra farci molto caso.

Ad un certo punto Gog si ferma ed estrae dalla tasca una grossa chiave in metallo annunciando che è felice di ospitare tutti i suoi compagni nella sua nuova tana. Non appena infila la chiave nella toppa, all'orecchio di Kisho giunge uno strano verso di chioccia: "Coccodé Coccodé".

Non fa in tempo a dire una parola che la porta si spalanca e Leila è già dentro, pronta a salire al primo piano per occupare una stanza. Non arriva nemmeno alla base delle scale quando vede nel salotto - che forse un tempo poteva esser accogliente - una decina di galline pigolare e mangiare becchime qua e là.

Su tutte le furie, si gira verso Gog e strilla: "E questo che cosa sarebbe?".
La replica del goblin è secca come la verità: "Che razza di domande è la cena! Pensavo che volete mangiare con me!"
Il silenzio cala su tutta la casa, anche le galline rimangono mute, percependo la tensione tra la bellissima donna e il piccolo mostriciattolo.
Laila trattiene a stento la furia, diventando paonazza. Apre la bocca per esternare tutta la sua rabbia quando dalla porta della cantina che è rimasta spalancata, proviene un grugnito profondo come la notte: "Oink! Oink!"

Laila sbianca, si gira sui tacchi e sdegnata esce dalla casa sbattendo la porta e gridando: "Ne ho abbastanza! Io vado a dormire in taverna! Mi trovate là!"

Al che Gog si gira verso Kisho e dice: "Allora nemmeno la mia scorta personale di cibo le va bene?"

Nessun commento:

Posta un commento