Sul Cigno di Absalom era tornata la quiete. Un silenzio irreale s'impadronì della nave per qualche secondo, fu la voce di Laila a spezzare il gelo della quiete che aveva invaso il ponte della nave: "Tu che sembri essere il capo qui, dicci dov'è il resto della compagnia!"
"Voi... voi chi siete?" chiese il marinaio tentennando.
"Qui le domande le facciamo noi, ormai la nave è nostra. Presto, dicci dov'è il resto della compagnia che ha preso questa nave. Sono ancora a bordo? Quanti sono? C'è ancora qualcuno giù?" chiese spietatamente Laila.
"Eh... ecco... siamo solo noi... se ne sono sbarcati tutti sull'isola, hanno occupato il villaggio... siamo rimasti solo noi per governare la nave..." rispose l'uomo.
"Allora visto che ormai siamo qui, andiamo a verificare che non ci sia nessun altro. Fateci strada e pochi scherzi, altrimenti la pagherete cara." minacciò Laila.
L'ispezione durò meno di trenta minuti, tutta la compagnia risalì sul ponte della nave dove nel frattempo si era radunato tutto l'equipaggio. La tensione dell'assalto si era allentata. Quei marinai a cui, alla fin fine, interessava di più avere salva la pelle che preoccuparsi di chi li comandasse, divennero docili come pecore nel soddisfare le richieste di Laila, Gog, Jackob, Kisho e Tillal.
"Come vi ho detto, si sono divisi: una parte è sbarcata sull'isola e l'altra ha preso la jole con il resto del carico e sono salpati verso il continente. Noi non sappiamo nulla di quando torneranno, sappiamo solo che quando torneranno dovremmo salpare verso Nord." disse servilmente colui che si era presentato come nocchiere.
"Beh, il nostro compito è finito." disse trionfale Tillal "Portiamo al sicuro questa nave e incassiamo la ricompensa."
"Giusto. Riusciamo a smuovere questa bagnarola e andarcene con questo equipaggio?" chiese Laila al nocchiere.
"Eh... eh... sì... sì... credo di sì. Ce la possiamo fare..." rispose il marinaio.
"A posto. Andiamo." sentenziò Laila.
"Donna troppo frettolosa sei. Finito non abbiamo: io non voglio essere inseguito da una banda che vuole vendetta. Dobbiamo rimanere e al villaggio dei ruderi tornare." disse Gog.
"Che cosa vuoi dire Gog?" chiese Kisho.
"Se noi ce ne andiamo, quelli ci cercano per ucciderci. Io farei così, fino alla fine del mondo. E tu? Cosa fai nella stessa cosa?" rispose Gog.
"Che cosa suggerisci di fare, allora?" s'introdusse nella discussione Jackob.
"Semplice. Rimaniamo qui, non sulla nave, ma sull'isola. Aspettiamo che tutti siano qui e li facciamo fuori. Così non ci potranno cercare più." Così espose il suo piano Gog.
"Non lo so, basterebbe lasciarli qui. Alla fine è un'isola molto pericolosa. Avranno filo da torcere, anche se la prospettiva di lasciare gran parte dell'equipaggio abbandonato a sé stesso non mi piace." disse Tillal.
"Anche a me non piace molto lasciare questi disgraziati qui sull'isola. E se quelli torneranno, saremo pronti ad affrontarli!" sentenziò Kisho.
"Così meglio è ancora." rispose a quelle accuse Gog per poi proseguire "Scendiamo, li facciamo fuori tutti, salviamo tutti i marinai e andiamo via."
"Non lo so Gog. Non hai tutti i torti. Sono molti più di noi e sono una compagnia rodata. Di Absalom per giunta. Sicuramente li ritroveremo sulla nostra strada. Tuttavia la nostra missione è di fatto finita. Abbiamo trovato la nave e l'abbiamo conquistata. Sono molto combattuto." disse dubbioso Jackob.
"Dobbiamo decidere e in fretta. Possiamo approfittare della notte per attaccare o per fuggire. La luna sorgerà tra qualche ora. Tutto questo è tempo prezioso in un senso o nell'altro." disse Tillal.
Calò nuovamente il silenzio sulla nave. Solo lo scricchiolio delle assi dello scafo e il sibilo delle sartie attraversate dal vento sottolineavano tetramente la difficile decisione che la compagnia avrebbe di lì a poco preso. Le stelle brillavano nel cielo e il dubbio prese possesso di tutto il gruppo.
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